Dannazione

Gdr

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    Dalla vergine di ferro di Ayato...

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    Fandom: GDR
    Raiting: Rosso
    Genere: Generale, Erotico
    Personaggi: Ares, Clara

    La risposta di Ares a "Desiderio" ^^

    Dannazione



    Ares trapassò la testa dell'ultimo cacciatore di taglie con la sua lancia, spostando poi lo sguardo sulla porta: l'eco della battaglia appena conclusa gli faceva ribollire il sangue, gli occhi d'ambra erano scuri e i muscoli ancora tesi come se aspettasse altri nemici da abbattere.
    Ma c'era solo il silenzio attorno a lui, un silenzio in cui riuscì ad udire chiaramente dei suoni indistinti: la foga della guerra gli annebbiava la mente e gli impediva di capire cosa fossero quei rumori, però strinse la mano sulla sua arma deciso a stanare anche quello che poteva essere un ultimo avversario e ucciderlo.
    Avevano trovato il loro covo e i cacciatori di Clara li avevano attaccati, sterminandoli come bestie al macello, e non aveva intenzione di lasciarne vivo nessuno. Il battito accelerato del suo cuore gli rimbombava nelle orecchie mentre si spostava tra le stanze piene di cadaveri e lasciava dietro di sé solo delle impronte di sangue: doveva combattere... doveva uccidere... e doveva anche scopare, perché l'eccitazione della lotta si mescolava sempre a quella del suo corpo.
    E quel rumore che sentiva si faceva sempre più forte man mano che si avvicinava: era una voce, ma Ares era troppo perso per riconoscerla, per fermarsi e tornare a casa. Non era abbastanza lucido per dare un senso a quello che udiva e in un attimo fu troppo tardi per fare un passo indietro e impedirsi di commettere l'errore più grande di tutta la sua lunga vita.
    Per prima cosa vide i suoi capelli, di quel rosso così vivo che lo faceva impazzire. Poi le sue braccia forti ma non eccessivamente muscolose. E infine le sue splendide gambe perfettamente modellate.
    Il Dio della guerra restò immobile sulla porta, fissando quella scena che mai si sarebbe aspettato di vedere: davanti a lui c'era Clara, bloccata tra il corpo di Plutone e la parete, che faceva sesso avvinghiata al corpo di suo marito. Quei suoni che aveva sentito non erano quelli di un nemico, ma erano i suoi gemiti di godimento mentre consumava un amplesso in mezzo ai morti e al sangue.
    Gli attraversò la mente il pensiero di impalare la Morte con la sua lancia e prendersi quella donna che sempre più spesso riempiva le sue fantasie, ma riuscì a trattenersi: Natalia... la sua compagna non lo meritava... non poteva spezzarle il cuore solo per una scopata memorabile.
    Eppure quante volte si era ritrovato a chiedersi come fossero i gemiti di Clara, che espressioni facesse quando provava piacere... o come sarebbe stato sentirle pronunciare il suo nome con la voce rotta dall'estasi di un orgasmo violento...
    Il suo, non quello di suo marito.
    E adesso aveva quell'immagine davanti agli occhi e non riusciva a distogliere lo sguardo, anche se correva il rischio di essere scoperto: voleva toccarsi e lasciar correre la fantasia, immaginando di essere lui a premerla contro la parete e possederla fino a perdere la voce... e allo stesso tempo si vergognava di essere lì e di avere un corpo così debole alle tentazioni della carne. Era incapace di fermare la sua mano che stava già slacciando i pantaloni per liberare il suo membro duro e svettante e darsi piacere. Si ripeteva che era solo per quella volta e che non stava facendo del male a nessuno...
    ...finchè gli occhi azzurri di Clara incontrarono i suoi d'ambra, sorprendendolo in quell'atto compromettente che aveva il sapore del tradimento.
    Ares si bloccò di colpo, sperando che il pavimento sotto di lui si aprisse, risparmiandolo da quell'umiliazione... Non avrebbe più avuto il coraggio di guardarla in faccia o di rivolgerle la parola, non dopo che l'aveva scoperto in quella situazione inequivocabile... si sentiva peggio di quando Efesto lo aveva intrappolato e reso lo zimbello di tutti gli Dei...
    L'imbarazzo però si tramutò in confusione quando un sorriso malizioso si dipinse sul viso della ragazza che iniziò a gemere più forte continuando a fissare Ares: il suo sguardo si spostava lungo il suo corpo, indugiando sulla mano che ancora stringeva l'erezione per poi risalire sul suo viso e lasciare che lui si godesse quello spettacolo.
    Ma forse per la prima volta da quand'era venuto al mondo, il Dio della guerra raccolse le ultime briciole di lucidità che aveva e arretrò, fuggendo da quella stanza e soprattutto da lei.

    Arrivato a casa si era infilato nella doccia senza neanche spogliarsi, aprendo subito l'acqua fredda e tentando di calmarsi: aveva il respiro affannato, un'eccitazione tanto dura da far male e il cervello più incasinato che mai.
    Si era sbagliato... doveva essersi sbagliato... Non poteva esserci desiderio nel suo sguardo color del cielo...
    Non verso di lui, almeno.
    Non mentre scopava con suo marito!
    -Cazzo!- imprecò, picchiando un pugno contro la parete. Perchè gli succedeva una cosa del genere? Stava impegnandosi con tutte le sue forze per essere un bravo compagno, per essere migliore di quanto era stato in passato... voleva rendere felice Natalia, voleva esserle fedele, voleva dimostrarle che poteva fidarsi... Non aveva realmente bisogno di violenza tra le lenzuola, poteva essere un uomo normale e amare la sua compagna senza farle del male...
    Lui poteva farcela...
    Lui... poteva... davvero?
    Si lasciò scivolare a terra, prendendosi la testa tra le mani: ma chi voleva prendere in giro? Stava soltanto ingannando sé stesso, incatenando la sua vera natura. Lui era la guerra, aveva bisogno di sangue e di massacri dentro e fuori dal letto, aveva bisogno di cedere ai suoi istinti più primordiali per non impazzire e perdere completamente il controllo, ma uccidere non gli bastava più.
    Voleva Clara, dannazione, voleva quel corpo che sembrava creato solo per il piacere di un uomo, un concentrato di lussuria, di curve morbide e di luoghi caldi in cui sfogare i propri desideri.
    Ma quali sarebbero state le conseguenze? Le loro famiglie sarebbero state sfasciate, Plutone lo avrebbe evirato e gettato nell'Ade... Natalia sarebbe morta di dolore...
    No, non poteva causare tutto questo per un breve svago con una donna, poteva resistere, mettere altre catene ai suoi poteri e continuare la sua vita.
    Era talmente immerso nei suoi pensieri che sobbalzò quando bussarono alla porta.
    -Ares, sei tu? Stai bene?- gli chiese Natalia con un tono preoccupato.
    -Lia...- mormorò, sentendosi ancora più in colpa. Non era nemmeno passato a dirle che era tornato e lei di certo era stata in ansia. -Io... sì, sì, sto bene... ero coperto di sangue e avevo bisogno di fare subito una doccia.
    Una doccia ghiacciata che gli togliesse tutte le voglie: la sua compagna era l'unica donna che dovesse desiderare. Le altre le poteva guardare, ma non immaginarle nel suo letto mentre gli facevano cose indicibili.
    Soprattutto non Clara.
    Doveva dimenticare quello che aveva visto, dimenticare i suoi gemiti... dimenticare tutto.
    -Va bene, amore. Ti aspetto giù in salotto.
    -Ti raggiungo tra un attimo- rispose, facendo un sospiro.
    Ares si tolse la divisa fradicia, deciso a farsi veramente una doccia nella speranza che lavasse via dal suo corpo anche quello schifo che provava verso sé stesso.
    -Ti è piaciuto lo spettacolo?- chiese una voce, soffiandogli quelle parole direttamente nell'orecchio.
    Il Dio della guerra si bloccò di colpo, convincendosi che i suoi sensi gli stessero mentendo: non stava succedendo davvero... era solo la sua immaginazione... era una fantasia...
    Si voltò lentamente e non riuscì a impedire al suo sguardo di scivolare su quella donna nata soltanto per indurre al peccato: lei era lì, nuda, con ancora addosso l'odore di Plutone...
    -Clara...
    Ares arretrò bruscamente ma si ritrovò contro la parete, ancora troppo vicino a lei, ancora a portata di quelle mani che un secondo dopo vagavano già sul suo torace.
    -Clara... che... che cazzo stai facendo?- chiese, più esitante di quanto avrebbe voluto.
    -Sono ancora così insoddisfatta... e lo sei anche tu- disse, stringendo sicura le dita sul suo membro e strappandogli un ansito.
    -Plutone... lui... devi andare da lui...
    -Mi ha lasciata sola per correre al lavoro. E poi non è un vero uomo come te... - continuò, premendosi contro i suoi muscoli.
    -Clara... Natalia è... lei è di sotto...
    -Oh, è la paura di essere scoperto da lei a fartelo venire così duro?- domandò, muovendo la mano lungo la sua eccitazione.
    Ares avrebbe tanto voluto essere più forte di tutto e allontanarla, resistere alla sua tentazione, ma era troppo debole, soffocato da un desiderio sporco e incontrollabile.
    -No, cazzo...- ringhiò, spingendola contro il muro e sollevandole una gamba. -Sei tu a farmi questo...- aggiunse, entrando in lei con un unico colpo di reni. Udì il suo gemito di puro piacere e dimenticò tutto il resto, dimenticò Natalia che li avrebbe sentiti di sicuro e a cui avrebbe spezzato il cuore, dimenticò Plutone e la minaccia della sua falce...
    C'erano solo i loro corpi uniti e non c'era altro al mondo che gli sembrasse più giusto e naturale.
    Era già così calda e bagnata che non incontrò alcuna resistenza e scivolò subito a fondo, sentendo il corpo di lei accoglierlo e stringerlo nei punti giusti come se fosse stato modellato su di lui.
    Era una sensazione tanto intensa che pensò di poter raggiungere l'orgasmo solo per averla penetrata, ma non voleva accontentarsi di questo, voleva farla godere come non aveva mai provato in vita sua, voleva marchiarla con la sua bocca, riempirla del suo seme...
    -Ares...- Natalia posò una mano sulla sua spalla e l'uomo aprì gli occhi, fissando il volto di sua moglie, incorniciato dai capelli biondi.
    Biondi, non rossi.
    E lui... non era nella doccia, anche se era talmente sudato da averne bisogno: era nel suo letto, era notte ed era con Natalia. Era stato solo un sogno.
    Un sogno erotico così vivido da poter essere confuso con la realtà, che lo aveva lasciato accaldato ed eccitato. Un sogno su Clara.
    -Lia...
    -Stai bene? Ti stavi agitando...
    -Scusami, c'è una battaglia e sento il richiamo- rispose, sfuggendo al suo abbraccio e alzandosi, dandole le spalle perché lei non vedesse la sua erezione mentre infilava la divisa.
    Avrebbe combattuto una battaglia, sì... tra i suoi sentimenti e i suoi desideri... tra una vita perfetta e un salto di testa nell'oblio di una dannazione eterna, perché era certo che non sarebbe più riuscito a togliersi dalla testa quella fantasia.
    Era condannato, ma con Clara sarebbe precipitato volentieri anche nell'abisso più profondo.
     
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    Wow! Bel sogno vivido Ares...e bellissima fan fiction <3
     
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    Perché Ares è esagerato anche nei sogni XD
     
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    Ovviamente xD
     
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