Domani

GDR

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    °o¤ø,Ely e Mery,ø¤o°
    Posts
    383,263
    Location
    Dalla vergine di ferro di Ayato...

    Status
    Offline
    Originale
    Raiting: Verde
    Genere: Romantico, Triste
    Personaggi: Gilbert, Lyla, Justin

    DOMANI



    I
    Sdraiata sul letto, Lyla accarezzava pigramente le lenzuola di seta nera, pensando a quanto tempo fosse trascorso dall'ultima volta in cui aveva dormito lì, nella sua casa. Non che ne avesse sentito la mancanza: quelle quattro mura erano sempre state la sua prigione dorata e a breve le avrebbe abbandonate per essere rinchiusa in un'altra cella.
    Quella che avrebbe diviso con un uomo che non amava per il resto della sua vita. Sperando che ne rimasse poca.
    Gettò un'occhiata al suo abito bianco, malamente gettato in un angolo: la semplice idea di indossarlo le dava la nausea, perché la costringeva a riflettere sulla cerimonia del giorno dopo. Con quell'ammasso di raso candido e pizzi, avrebbe percorso la navata di Notre Dame al fianco di suo padre, giungendo all'altare dove avrebbe trovato ad attenderla il promesso sposo e il suo testimone.
    O era meglio definirli il suo promesso sposo e la persona a cui aveva proposto di diventare il suo amante?
    -Perché diavolo non ha rifiutato quando ha scoperto che ero io la sposa?- imprecò a denti stretti, strattonando nervosamente la stoffa. Bhe, era semplice: perché non ne aveva motivo. Avevano solo giocato, nient'altro. Proprio nient'altro.
    Si alzò di colpo, aprendo l'armadio e tirandone fuori un vestito che, probabilmente, non aveva mai indossato: quella era una buona occasione per farlo. Voleva dimenticarsi delle nozze, di Justin, di Gil...di tutto.
    -Domani mi sposo...al diavolo tutto- pensò, cambiandosi.

    *°*

    Seduto ad un tavolino, Gilbert teneva in mano un bicchiere, rigirando di tanto in tanto il liquido ambrato e i cubetti di ghiaccio al suo interno.
    Non provava più alcuna soddisfazione a fumare senza Lyla che gli toglieva di bocca la sigaretta, ironizzando sulla sua totale incapacità di perdere il vizio. Forse gli mancava davvero la forza di volontà per sopportare le situazioni scomode, se ora cercava un sostituto al fumo che lo aiutasse ad affogare quel senso d'amarezza che gli riempiva l'animo.
    Qualcosa che gli impedisse di pensare a quella ragazzina, anche se era difficile lasciarsi alle spalle un simile ciclone biondo.
    -Perché non le ho detto sinceramente come mi sono sentito?- si chiese. -Perché non ho inventato una scusa per non essere il loro testimone?
    La verità era che non sapeva rispondersi, così come non aveva saputo rispondere alla proposta di Lyla, anche se era perfettamente consapevole che perderla sarebbe stata la più grande stupidaggine della sua vita.
    Aveva raccontato a Mia del matrimonio, leggendo la delusione sul suo visino: non era un mistero che la piccola desiderasse avere la giovane come tutrice. E come madre adottiva.
    Purtroppo, solo nelle favole esistevano fate madrine che realizzavano i desideri dei loro protetti.
    -Domani si sposa...e le auguro d'essere felice.

    Continua...
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    °o¤ø,Ely e Mery,ø¤o°
    Posts
    391,308

    Status
    Anonymous
    *.* come sempre mi stupisci Ely =) aspetto il continuo ^^
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    °o¤ø,Ely e Mery,ø¤o°
    Posts
    383,263
    Location
    Dalla vergine di ferro di Ayato...

    Status
    Offline
    Era la ff sul matrimonio che aspettavi ^^
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    °o¤ø,Ely e Mery,ø¤o°
    Posts
    391,308

    Status
    Anonymous
    ne è valsa la pena allora ^^
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    °o¤ø,Ely e Mery,ø¤o°
    Posts
    383,263
    Location
    Dalla vergine di ferro di Ayato...

    Status
    Offline
    Ora ne ho iniziata una in cui Gil e Lyla non si sono incontrati a casa di Dan...
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    °o¤ø,Ely e Mery,ø¤o°
    Posts
    391,308

    Status
    Anonymous
    O.O sono curiosa...*.*
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    °o¤ø,Ely e Mery,ø¤o°
    Posts
    383,263
    Location
    Dalla vergine di ferro di Ayato...

    Status
    Offline
    II
    Gilbert buttò uno sguardo distratto al locale, sollevando gli occhi dal bordo del bicchiere: la vide chiaramente, anche se forse avrebbe preferito non vederla affatto. Non in quella situazione.
    Fasciata in un aderentissimo abitino nero esageratamente corto, Lyla stava “ballando” spalmata su due ragazzi, all'apparenza dimentica degli impegni che la attendevano il giorno successivo. Bella e provocante come una pantera... o solo un gattino stanco di mostrare gli artigli al mondo.
    E lui perchè si stava alzando, muovendosi in quella direzione? Non era solo un giocattolo?

    Lyla non lo notò nemmeno: si sentì afferrare per un braccio e trascinare all'esterno come una bambola di pezza. Aveva bevuto parecchio, fino a perdere ogni cognizione di tempo o di spazio, fino a dimenticare il proprio nome: un mal di testa colossale l'avrebbe aiutata a superare la cerimonia senza troppi problemi.
    -Che diavolo stavi facendo?
    Bastò quella voce ad infrangere la realtà costruita con l'alcool e gettarla di nuovo in pasto al mondo vero e concreto.
    -Lasciami- replicò lapidaria, liberandosi dalla sua presa. -Mi stavi seguendo? Non ricordo che fra i compiti del testimone ci sia anche pedinare la sposa.
    -Ti ho fatto una domanda- ribattè altrettanto glaciale.
    -E la risposta è che non sono affari tuoi! Non sei la mia balia- esclamò la giovane. -Ti senti tanto onesto e leale da venire a farmi la morale? O sei diventato improvvisamente il migliore amico di Justin?
    Avrebbe potuto darle mille risposte, dirle la verità, ad esempio, fregandosene se questo avrebbe reso le cose ancora più complicate. Invece colmò la poca distanza che li separava e la strinse a sé, avvicinando il viso a quello di lei.
    -Tu mi appartieni, piccola- sussurrò. -Non puoi essere la bambolina di nessun altro.
    Si chinò per baciarla, ma la fanciulla voltò la testa, sfuggendo alle sue labbra: aveva un'espressione strana. Se Gil non fosse stato certo che era impossibile, l'avrebbe definita “ferita”.
    Forse, in verità, lo era davvero: si era aspettata qualcosa d'altro, ma non era andata così e scopriva che questo le faceva male. Non voleva certo una dichiarazione d'amore ma almeno un “Perchè tengo a te” o “Tu vali di più di tutto questo”. D'altra parte, era stata lei a dare inizio al loro gioco, a volerlo, a istigarlo: non poteva pretendere altro.
    -Il tuo possesso esclusivo su di me scade domattina- affermò atona. -Da domani dovrai dividermi con Justin.
    Il giovane era deciso a lasciarla, ma quelle parole lo costrinsero ad avvolgerla in un abbraccio dolce, delicato, che poco si adattava a due persone che sostenevano di non provare niente l'uno per l'altra. Era un gesto che rompeva le regole del gioco, che coinvolgeva altro... un qualcosa d'altro che nessuno dei due voleva ammettere.
    -Non sei un oggetto, Lyla.
    -Davvero?- commentò ironica. -Sono poche le occasioni in cui non mi sono sentita tale.
    -Perchè tu sei l'unico a non trattarmi come un pacchetto- pensò, appoggiando la testa sul suo petto.
    Lui le carezzò i capelli, rimanendo in silenzio per alcuni minuti.
    -Finire a letto con due perfetti imbecilli non credo sia il modo migliore per aumentare l'autostima.
    -Non ci sarei andata a letto- mormorò.
    -Sul serio?
    -Forse. Ti avrebbe dato fastidio?
    -Forse- ripetè, specchiandosi un istante nei suoi occhi azzurri prima di prenderla in braccio. -Ti riporto a casa.
    -Ehi, guarda che so camminare- protestò.
    -Lo so- rispose soltanto, senza rimetterla a terra: quello scricciolo biondo non pesava praticamente niente.
    Lyla sbuffò rassegnata, rilassandosi nella sua stretta; quando Gil arrivò nei pressi della sua abitazione, la ragazza dormiva tranquilla tra le sue braccia. La osservò con dolcezza, portandola in casa e posandola sul suo letto; stava per andarsene, ma Mia lo bloccò.
    -Gil, posso entrare?
    Il ragazzo aprì la porta, fermando la sorellina sulla soglia.
    -Cosa fai ancora sveglia?
    -Ho fatto un brutto sogno- spiegò, sbirciando all'interno della camera. -Lyla! Posso restare con...
    -Non se ne parla- decretò il fratello. -Ha bisogno di riposare.
    -Ma io non la disturberò, promesso. Sono sicura che vicino a lei non avrò nessun incubo.
    -E va bene- si arrese, spostandosi. -Ma se la svegli mi arrabbierò molto.
    -Non lo farò- assicurò la bambina, sdraiandosi accanto all'amica e chiudendo gli occhi. -Vorrei che rimanesse per sempre con me.
    -Lo vorrei anch'io- riflettè Gilbert, rimboccando loro le coperte. Mia si addormentò dopo pochi minuti, con una manina stretta attorno a quella della bionda: era incredibile quanto si fosse affezionata alla fanciulla nel poco tempo in cui erano state insieme. O quanto Lyla cambiasse se si trovava con la bimba.
    Avrebbe dato la sua vita per proteggere la piccola, aveva patito dei dolori che lui poteva solo immaginare... aveva rischiato seriamente di morire.
    E lui...
    E lui era davvero corso a salvarla solo perchè era la sua bambolina? Solo perchè non voleva che morisse per colpa sua?
    O l'aveva fatto semplicemente perchè non avrebbe potuto vivere senza di lei?
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    °o¤ø,Ely e Mery,ø¤o°
    Posts
    383,263
    Location
    Dalla vergine di ferro di Ayato...

    Status
    Offline
    III
    I pensieri di Gilbert vennero interrotti dal suo cellulare che iniziò a vibrare: lesse il nome sul display e decise che era il caso di rispondere prima di ritrovarsi la casa assediata da agenti.
    -Cosa vuoi, Justin?
    -È con te, vero?
    -Sì- rispose, guardando la ragazza nel suo letto. -La stavo ri...
    -Non m'interessa cosa state facendo o cosa avete fatto: lei non ha alcun obbligo verso di me- replicò il giovane. -Ti ho chiamato solo perchè suo padre stava già partendo con uno squadrone per cercarla. Scusa un attimo...
    Gil lo sentì parlare con Shiazaki, raccontandogli che la figlia si era fermata a dormire da un'amica e risultando addirittura credibile. Si chiese perchè non dicesse la verità, se non gli avrebbe dato più soddisfazione liberarsi di uno scomodo rivale... se fosse totalmente stupido e infinitamente buono.
    -Perchè lo fai?
    -Perchè ha sofferto abbastanza e voglio fare tutto il possibile perchè sia felice- spiegò, chiudendo la conversazione.
    La sposava, accettando d'essere tradito: che razza di uomo bisognava essere per fare un simile accordo?
    Al suo posto...
    Già, cosa avrebbe fatto al suo posto? Avrebbe incatenato a sé Lyla, impedendole di vivere come aveva fatto suo padre o il suo patrigno con Mia?
    Dopotutto, non aveva forse accettato d'essere il suo amante in quel triangolo che non avrebbe portato altro guai, solo perchè lei fosse felice?

    ***

    Justin posò il telefono sul comodino con un sospiro di sollievo e rassegnazione: aveva trovato Lyla... e l'aveva trovata con Gilbert.
    “Siamo andati a letto insieme, tutto qui.”
    Quelle parole gli ronzavano ancora nella testa, probabilmente per la schiettezza disarmante con cui erano state pronunciate: era certo che nessun'altra ragazza avrebbe fatto lo stesso, ma Lyla non era come le altre.
    Era un fiore selvatico prigioniero di un rovo di spine: ogni sua ribellione era stata soffocata brutalmente da un padre tirannico interessato soltanto ad aumentare le sue ricchezze. Il piccolo fiore aveva sopportato le ferite delle spine per permettere ad un fragile bocciolo di uscire dalla prigione e vivere libero.
    Quella fanciulla, in apparenza tanto indifferente e glaciale, aveva scelto di sacrificare il suo futuro per la gemella. Midori era cresciuta in una cupola, solamente sfiorata dalle vicende che coinvolgevano la sorella: ogni minima cosa che avrebbe potuto scalfirla, era stata recisa da Lyla, a volte anche con un prezzo.
    E questo da quando avevano otto anni, da quando aveva scoperto di essere stata promessa in sposa. Da allora non era più stata la stessa.
    Doveva ammettere che l'idea dei loro genitori non aveva reso entusiasta nemmeno lui: per più di undici anni era stato fidanzato con un nome e una fotografia, finchè non si era deciso a voler conoscere quella fantomatica ragazza che sarebbe diventata sua moglie. E l'immagine che era fatto di lei era andata in frantumi: non era di sicuro la figlia di buona famiglia che avrebbe dovuto essere, anzi. Bella, orgogliosa, sprezzante: Justin era rimasto spiazzato da quel mix elettrico.
    -Non vedo l'ora di diventare nonna.
    -Spero non ci facciano aspettare molto.
    Le voci delle due, ormai prossime, consuocere, interruppe i suoi pensieri: si avvicinò alla porta che dava sul corridoio, ascoltando i loro discorsi. Non era difficile indovinare l'argomento della conversazione: i loro figli e i nipoti che avrebbero dato loro. Probabilmente avevano già stabilito quanti dovessero averne.
    -Justin sa qual è il suo dovere di marito- intervenne suo padre. -Saprà domare facilmente la tua piccola peste, Shiazaki: la trasformerà in un agnellino.
    -Lyla conosce il suo ruolo: non hai nulla di cui preoccuparti.
    Il giovane si allontanò disgustato: stavano parlando di persone o di animali da far accoppiare? Se prima aveva desiderato fuggire, ora avrebbe voluto scomparire del tutto: non aveva la minima intenzione di costringere Lyla a fare qualcosa che non voleva. Ma non avrebbe avuto senso tentare di spiegarlo a quell'assembramento il cui unico pensiero era il potere dato dal denaro: non avrebbero capito.
    Sua nonna, invece, sarebbe stata fiera di lui: gli aveva insegnato il rispetto verso la gente e soprattutto verso la fanciulla che avrebbe sposato.
    Siete stati scambiati e spostati come oggetti, ma ricordati sempre che non lo siete. Forse non vi amerete mai, ma tu dovrai sempre trattarla come se fosse una principessa. Ogni donna è un diamante prezioso, anche quella che ti spezzerà il cuore.
    Era una frase che Justin non aveva mai dimenticato e ringraziava di non essere stato cresciuto dalla madre: aveva imparato a guardare le persone come tali, non come possibilità di aumentare il proprio conto in banca. Per questo accettava che Lyla lo tradisse con Gilbert: forse ne avrebbe sofferto e se ne sarebbe pentito, ma non l'avrebbe rinchiusa in gabbia come un uccellino costretto a cantare a comando.
    Inoltre, anche se avesse voluto tenerli lontani, dubitava che ci sarebbe riuscito: c'era qualcosa tra quei due, qualcosa di cui loro non si erano accorti. Quando Gil era arrivato nel sotterraneo di casa sua e aveva visto le condizioni della biondina... quando l'aveva stretta a sé, spaventato dall'idea di perderla. Era stato allora che Justin aveva compreso: forse non si amavano, non ancora almeno, ma avevano bisogno l'uno dell'altra, come ai fiori era necessaria la pioggia. Il gioco era sfuggito loro di mano, ne avevano perso il controllo e non se ne erano resi conto.
    -Domani ci sposiamo... sarà una giornata lunghissima.
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    °o¤ø,Ely e Mery,ø¤o°
    Posts
    383,263
    Location
    Dalla vergine di ferro di Ayato...

    Status
    Offline
    IV
    Odiava quell'abito: ogni piega, ogni cucitura, ogni pizzo pareva trovarsi lì apposta per farsi detestare.
    Probabilmente era solo stanca di vederlo: lo aveva provato almeno un centinaio di volte, perchè ad ogni prova lei era dimagrita e il vestito era da stringere.
    Ora era perfetto: non poteva diventare più magra di com'era. Uno scheletro sarebbe sembrato grasso a suo confronto.
    -Andatevene- ruggì in direzione delle damigelle che la attorniavano come un gruppo di oche.
    -Ma, signorina Lyla... - tentò di ribattere una.
    -Lasciatemi sola!- urlò, trattenendosi a stento dal lanciare qualcosa addosso a loro. Possibilmente un pullman.
    Le galline uscirono velocemente dalla stanza, portandosi dietro il loro chiocciare inutile e fastidioso.
    La giovane si sedette su una poltrona, sbuffando e aggrappandosi in modo quasi disperato al motivo per cui aveva accettato quelle nozze: se non fosse stato tanto serio o se lo avesse scordato per un attimo, sarebbe di sicuro fuggita il più lontano possibile da quel posto.
    Magari con lui.
    Sarebbe stato divertente, proprio come gli aveva detto, ma era impossibile: c'erano cose più importanti di un breve svago. Era stato soltanto un gioco passeggero.
    -Nient'altro che un gioco- si ripetè sottovoce, tentando ancora di convincersi che fosse la verità. Ma per farlo doveva anche cancellare la proposta che gli aveva fatto: lo aveva capito quel mattino, mentre lasciava la sua casa con i passi felpati di una ladra.
    Tutto ciò che c'era stato apparteneva a un'altra vita, una vita che doveva dimenticare.
    Per sé stessa e per loro: l'amicizia tra suo padre e Hatzune poteva essere pericolosa.
    Sì, la sua era la scelta migliore per tutti.
    In fondo, Lyla aveva smesso anni prima di credere all'amore e alla felicità: un'unione puramente d'interesse economico non le appariva come una condanna insostenibile. C'era di peggio.
    Si alzò di nuovo, camminando scalza sui preziosissimi tappeti che coprivano il pavimento della sua camera, stando attenta a non inciampare nell'orlo di quel maledetto abito bianco. Bianco. Un'ironica barzelletta, il simbolo di una purezza e un candore che non aveva mai avuto. Ma suo padre aveva promesso una merce integra ed era ovvio che la presentasse come tale, anche se Justin sapeva la verità.
    Se avesse potuto scegliere, si sarebbe sposata in nero, colore che la rappresentava maggiormente.
    Nero, come le piume di un corvo.
    Nero, come i suoi capelli.
    -Piantala di pensarci- si ordinò, dando un pugno alla parete accanto ala finestra. Aveva preso una decisione e ricordare il passato non faceva che causarle un'inutile sofferenza. Però, appoggiando la fronte contro il vetro, Lyla si concesse di escludere per un attimo il presente e di pensare a Gilbert, al loro gioco, a ciò che aveva rappresentato per lei.
    E improvvisamente avvertì un odore che conosceva, quell'odore di fumo misto al profumo della sua pelle; qualcosa di talmente intenso che la giovane sollevò la testa, specchiandosi nella finestra.
    -Che diavolo ci fai qui?- domandò alla figura alle sue spalle.
    -Sono il testimone, non lo ricordi?
    -Certo, ma per farlo non hai bisogno di intrufolarti nella stanza della sposa- replicò duramente.
    -Perchè te ne sei andata così? Dopo quello che mi hai chiesto, credevo di...
    -Ho cambiato idea, Gil. Dimentica la mia proposta: sono solo una ragazzina viziata che si stanca presto dei suoi giocattoli.
    Il giovane la fissò intensamente, portandole una mano sotto al mento per costringerla a voltarsi verso di lui e a guardarlo in faccia: il dolore di quegli occhi cerulei lo colpì con la stessa violenza di un pugno nello stomaco. Parevano il riflesso di un cuore spezzato anche se Gilbert non avrebbe mai immaginato che Lyla avesse un cuore che poteva spezzarsi.
    -Lyla... - sussurrò, stringendola a sé con decisione, affondando una mano nella cascata bionda dei suoi capelli e cercando le sue labbra con bramosia, come se gli fosse indispensabile per sopravvivere.
    L'avvertì arrendersi a poco a poco, abbandonando ogni debole protesta mentre la spingeva verso il letto.
    -Gil... - riuscì solo a mormorare tra i suoi baci, cadendo sul materasso. -Gil, basta!- esclamò, fermando le sue mani che le stavano sollevando la vaporosa gonna bianca. -Basta- ripetè, allontanandolo.
    -Perchè, Lyla? Ero disposto a diventare il tuo amante e...
    -Perchè si è disposti a fare qualsiasi cosa per le persone a cui vogliamo bene- rivelò, sistemando il vestito.
    Il ragazzo abbassò la testa, capendo; ma capire e accettare erano due cose diverse.
    -Non dovresti smettere di rinunciare a tutto per Midori?
    Qualcuno bussò alla porta, bloccando la risposta della biondina.
    -Devo andare.
    -No, Lyla- replicò lui, afferrandola per un polso.
    -Gil, non rendere tutto ancora più difficile- lo implorò.
    -Non voglio che per te sia facile! Non lo è nemmeno per me!
    -Ma cosa vuoi, insomma?! Che ti dica che non voglio sposare Justin?- gridò. -È la verità, ma sono costretta a farlo! E se anche ti ripetessi mille volte che vorrei scappare e restare con te, non cambierebbe niente!
    Gilbert trattenne il fiato e Lyla si rese conto che non si aspettava che lei potesse pronunciare quelle frasi; non con quella violenta disperazione, almeno. Era evidente dall'espressione del suo viso e dal fatto che l'avesse lasciata andare di colpo.
    -Mi dispiace- aggiunse la ragazza. -Il gioco è finito: sei libero.
    Aprì la porta e controllò che il corridoio fosse vuoto, poi si scostò per lasciarlo passare.
    -Se è questo ciò che vuoi, allora...
    -No, non dirlo- lo interruppe, scuotendo la testa. -Odio la parola “addio”. Può darsi che un giorno...
    -Tu lo speri?
    -Forse- rispose. -Vai ora: sei il testimone.
    Lui uscì dalla camera, incamminandosi, anche se ogni passo gli costava una fatica quasi immensa: la stava abbandonando al suo destino, ad un futuro di infelicità.
    E si stava condannando ad una vita senza Lyla dopo aver accarezzato l'illusione di poterle stare ancora accanto.
    -Comunque, non lo faccio solo per Midori- rivelò la fanciulla, rivolgendogli un sorriso privo della sua solita e crudele ironia.
    Un gesto dolce, eppure affilato come un pugnale e altrettanto letale. Il cuore di Gil, o quello che ne rimaneva, riuscì a sopravvivere e a trovare addirittura la forza per replicare:
    -Lo so...
    Un sussurro che nascondeva un addio non pronunciato.
    Il loro gioco, carico di confessioni non fatte e di occasioni perse, era giunto al termine e nessuna delle due pedine aveva vinto: si erano perse lungo il tracciato, prendendo sentieri che le avevano divise. E il desiderio che le loro strade si rincontrassero era la loro unica speranza.
    Che fosse inconsistente come un filo di fumo o solida come una roccia, solo il tempo l'avrebbe stabilito.
    Il tempo... e il battere all'unisono di due cuori.

    FINE
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    °o¤ø,Ely e Mery,ø¤o°
    Posts
    391,308

    Status
    Anonymous
    Ohhh che bella :) mi sono piaciute molto le riflessioni di Justin.
     
    Top
    .
9 replies since 24/9/2010, 14:44   54 views
  Share  
.