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flashfic sul GDR

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    Fandom: Originale, raccolta di Flashfic
    Personaggi: Mimì, Jaime, Uriele, Lyra,Hope, Jack,Lance, Keath, Arthas,Athena, Thena,Andres,Melody (per ora)
    Rating:giallo
    Genere:sentimentale, malinconico, macabro.

    Senza nome


    179 parole


    -Jaime... Quello che abbiamo fatto...-dalle tue labbra esce un suono lieve che tra affanno e stanchezza ti fa pronunciare in un mormorio quelle parole sulla sua bocca . L'uomo sotto di te dischiude le labbra ma non emette nessun suono,prende tempo,non sa cosa dire: è in imbarazzo per quello successo e allo stesso tempo il suo corpo è ancora scosso dal recente amplesso. Vi siete fatti trasportare dalla passione,un semplice gioco finito nelle coperte di un letto dell'inferno, tra i gemiti di due corpi sudati e peccatori. Una lotta di cuscini incominciata da te e messa fine da lui con un bacio a fior di labbra... Non ti guarda quando si decide a parlare,la voce roca e le mani sul tuo corpo.
    -Non dare nome a quello che è successo... -Poi si ferma e chiude gli occhi quasi a voler scacciare il pensiero di ciò che è stato. Tu lo guardi e annuisci :non darai nome a quello che c'è stato, le cose a cui diamo nome sono quelle a cui ci affezioniamo.


    Cambiare


    163 parole

    Lei è la cosa che ti fa capire che,dopo anni, sei ancora vivo. Con le labbra rosee,i capelli biondi e gli occhi grandi e pieni di luce. È stata quella luce che ti ha dato la forza di domare le ombre di te stesso, di spendere tempo nel Paradiso per fare in modo che lei potesse essere al sicuro dal mostro che col tempo eri diventato. Non passa giorno in cui la tua mente non trovi il modo di vagare sul pensiero di lei,pura e dolce, che volevi far tua il più presto possibile. Oh,non avresti mai permesso che qualcuno o qualcosa si frapponesse tra te e colei che, unica nel mondo,risvegliava il buono nel tuo petto. Neanche la sua famiglia, suo padre o qualche zio alla lontana. Sao,la ragazzina diventata donna aspettava te, cambiato,migliorato,integro .
    -A noi due -dici all'ombra di fronte a te -trasformiamo questo mostro in un principe che la meriti -


    Stamattina,oggi pomeriggio e stasera


    297 parole

    -Perché mi hai fatto questo? Pensavo fossimo amiche...
    -Io ti ho solo salvata dal Paradiso,non ho stretto nessun contratto di amicizia.-rispondi infastidita: Jaime ha fatto di testa sua, come sempre. Dicendo alla compagna che la scorsa notte si era divertito nel letto di Mimì, l'ha fatta precipitare all'inferno a darle della poco di buono. Perché quel dannato e sexy cacciatore non poteva far finta che non fosse successo nulla? Le avrebbe risparmiato grattacapi e lui avrebbe continuato la sua fottuta e perfetta vita da pater familias modello. Invece no, perché la sua coscienza lo aveva spinto a rivelare tutto.
    -Lui è mio...-ti ripete, forse per più di tre volte ma non ci fai caso.
    -Non mi è sembrato così la scorsa notte -Ecco,ora cacci gli artigli e ti difendi,nonostante tu sia nel torto. Perché hai sfasciato un'intera famiglia...per cosa poi? Una passata e via?
    -Tu lo ami.-insinua lei
    -Se non fosse così, Lyra, non avrei avuto motivo per starci assieme. Sarò anche una stronza egoista ma non l'ho fatto per torto nei tuoi confronti.
    Bang,colpita e affondata. Ti guarda con i pugni chiusi
    -Bene Michela. -Si gira aprendo la porta per uscire -che vinca la migliore. -Aggiunge e poi va via. Non riesci a non sorridere mentre dal bagno un uomo dai capelli rossi esce e ti guarda
    -Le dirai anche di stamattina,oggi pomeriggio e stasera?-chiedi sfiorando il suo collo. Lui scuote la testa guardandoti
    -Stasera?-ti chiede sfiorando i tuoi fianchi
    -Non dirmi che non hai voglia...-ti prende tra le braccia e poco dopo ti ritrovi tra il materasso e il suo corpo -si...penso tu abbia voglia-concludi mentre con un rapido gesto ti libera dai vestiti e ti fa sua.

    Ti voglio bene...


    208 parole

    Hope si svegliò girandosi sul fianco e aprendo gli occhi: avvertiva qualcuno nella camera e aveva paura di alzarsi e vedere chi era. Troppe cose erano successe in quei giorni e Hope,nonostante provasse ad essere forte e coraggiosa, in realtà aveva paura. Si fece forza aprendo gli occhi e mettendosi seduta :sulla poltroncina al lato del letto c'era Jaime, la spada in mano e lo sguardo perso nel vuoto. La ragazzina si alzó dal letto avvicinandosi a lui che,preso alla sprovvista si voltò stringendo la spada.
    -Sono Hope.-disse lei posando una mano sulla sua,ancora sull'elsa della spada.
    -Hope, cosa succede? Hai fatto qualche brutto sogno?
    Lei scuote la testa notando la guancia bagnata dalle recenti lacrime. Così posa le mani sulle sue spalle e lo stringe lasciandolo basito. Jaime resta fermo qualche istante poi ricambia la stretta passandole le mani tra i capelli biondi.
    -Jaime...fa freddo. -Dice poco dopo.-Vieni a sederti sul letto?
    Il cacciatore annuisce prendendola in braccio e posandola sul letto, al coperto. Poi l'accontenta sedendosi sul materasso. Hope si sporge e lo abbraccia, posando la testa sulle sue gambe
    -Ti voglio bene Jaime
    -Anche io Hope


    Family



    -Jaime...-Hope gli stringe una mano mentre camminano tra i corridoi dell'Inferno. Hanno ucciso Jack, il ragazzo che ha portato morte e distruzione all'Inferno e ora Jaime ha finito la missione del prendersi cura di lei... e deve ritornare sulla terra a fare il suo lavoro.
    -Prenditi cura di te,Hope.-dice lui sfiorandole i capelli biondi. Ma Hope lo tiene stretto a sé ,non ha intenzione di lasciarlo. Mimì la guarda da lontano, teneramente: si era affezionata molto a Jaime e non voleva lasciarlo .
    -Devo andare Hope,sul serio...-la scosta dolcemente alzando lo sguardo su Mimì e salutandola con un cenno del capo.
    Hope nasconde il viso tra le mani trattenendo le lacrime, poi lo prende per la mano,di nuovo.
    -Portami con te...-chiede decisa guardandolo negli occhi.
    -Non posso,devo lavorare.-dice sfilando la mano dalla sua. Ma Hope s'impunta e lo abbraccia mormorando che non ha intenzione di staccarsi. Così Jaime alza gli occhi su Mimì,implorandola quasi di prendersela e lasciarlo andare.
    -Io voglio che tu sia...come un papà per me. I papà non abbandonano le figlie da un'altra parte, quindi portami con te. Farò la brava.
    -Non posso prendermi cura di te Hope
    -Ci penserà Mimì...
    -Cosa? Tesoro non posso...io devo ritornare nel Paradiso...-questa volta è Mimì a rimanere basita. Jaime la guarda sospirando.
    -Voglio che siamo una famiglia, entrambi ne avete bisogno...
    Ora Hope piange,stretta ai due: non vuole lasciarli...Mimì ha bisogno di Jaime, Jaime ha bisogno di Mimì, e lei ha bisogno di entrambi.
    Le accarezzano i capelli, non riuscendo a spezzarle il cuore con un no.
    -Possiamo provarci,tesoro.-dice invece Mimì,sorridendole.
    -Si...ma non ti promettiamo nulla.-aggiunge Jaime,stringendo entrambe

    Fall with me


    111 parole

    Lei, dal cuore puro e dai biondi capelli, che sogni la notte nei tuoi deliri in cui armata di spada taglia le teste a tutti quanti. Lei,ricoperta da un velo rosso,il colore del sangue che ha versato per te. La sua chioma adornata con una corona di ossa,quelle delle sue vittime e l'incarnato pallido che contrasta con il resto. Ah,la tua sposa ti offre un'altra vittima,che colorerà le pareti della vostra lussuosa casa. Tra le mani intreccia una collana per potertela donare. Non vedi l'ora di sopprimere anche quellultimo sprazzo di bontà, per farla cadere nelle tenebre...per farla cadere con te.

    Fun?



    Uriele era di ronda alle porte del Paradiso, la balestra tra le mani e le grandi ali che a stento si muovevano. Da dentro si sentivano le voci degli angeli :ridevano, cantavano a squarciagola. L'esercito aveva riportato un'altra vittoria e così i soldati e il capitano, l'arcangelo Michele, che lui non aveva mai visto, si divertivano un po'. E lui si stava annoiando. Neanche il tempo di poter riflettere che si ritrovò tirato per un braccio e portato tra gli angeli da una femmina.
    -Non fare il musone, divertiti. Ci parlo io con.Gabriele più tardi. -Dice prima di offrirgli da bere e andare a sedersi tra due soldati. Uriele guardó il bicchiere prima di bere e accontentarla. Quella sera si divertì grazie alla femmina e solo il giorno dopo,parlando con Gabriele capì chi era
    -Michela ha parlato in tuo favore ma la prossima volta non sentirla.


    Stop please...


    -J...Jaime.-lo guardi gemendo il suo nome in un misto di dolore e debolezza: lui ha una mano tra le tue ali, nell'altra ha qualche piuma candida appena strappata. Era impazzito del tutto probabilmente, la morte della sua compagna lo aveva distrutto così tanto da farlo ricadere nel baratro del menefreghismo ,dell'egoismo e della cattiveria...pura cattiveria. Era il Jaime di prima, quello con le ali strappate e la voglia di uccidere chiunque gli capitasse a tiro, di fare vendetta personale...
    Mimì urlò cercando di liberarsi: era debole sotto il suo tocco,il cacciatore aveva la presa salda sulle sue piume e lei era stata stupida a farlo avvicinare. Gia,ma lei lo amava e non poteva farci nulla ed era stata presa in giro...e ora lui voleva strapparle le ali.
    -Jaime...Jaime ti prego...-il cacciatore tira altre piume dalle ali dell'arcangelo-dannazione Jaime! Mi fai male...smettila...
    Il cacciatore ride prima di tirare con uno strappo secco tutte le piume delle sue ali, poi la lasciò a tremare sul pavimento e si alzò.
    -Ti...ti odio...-dici singhiozzando-ti odio...-ma in fondo non ne sei convinta al cento per cento. Quella parte di te masochista lo ama ancora, nonostante tutto.

    Non potevi immaginare


    -L...Lance -Hope ha le orecchie e il viso in fiamme :erano passati giorni da quando il giovane mago aveva ucciso Jack e si stava prendendo un po' troppe... libertà?
    -Copriti -disse mettendo le mani davanti agli occhi -Sei nudo...
    -Non pensavo che ti desse fastidio, dai principessa -dice tra una risata e l'altra. Hope ha ancora le mani sugli occhi e non ha intenzione di toglierle. Lance sorride sfiorandole i fianchi e posando le labbra sul suo collo
    -Non puoi prenderti tutte queste libertà, Lance.
    -Non.dicevi così ieri.notte -replicò lui togliendole le mani dagli occhi e facendola girare -e ieri eravamo al buio,va bene. Ma devi vedermi andiamo...
    Hope scuote la testa chiudendo gli occhi imbarazzata
    -N...no Lance, andiamo...
    -A letto? -Ride baciandola sulle labbra -Hope tu sei bellissima, e ti amo. Non essere imbarazzata, né di me e ne del tuo corpo mozzafiato.
    -Lance -apre gli occhi spostandoli sul suo petto
    -Un po' più giù, dai.
    -Lance! -Disse lei mentre il ragazzo le bloccava il viso
    Hope arrossì scendendo con lo sguardo :però aveva un.bel.sedere...
    -Ti piace eh?-le sfiorò le orecchie -Hope la bellissima perversa...
    -Non immaginavo...insomma hai capito. Che fosse così...
    -Grosso?.Già, non potevi immaginare...
    Hope gli da una gomitata lieve e poi ride
    -Oh sei bellissima quando.ridi. Che ne dici se la prossima volta lo facciamo alla luce?
    Hope ci pensa e poi ride scappando sul letto
    -No.-risponde nascondendosi tra le coperte

    Hance.



    -Magnifica, bellissima -una voce mormora dolce parole sulla pelle candida di Hope. La ragazzina sorride nel sonno spostandosi a pancia in giù sul letto e stringendo il cuscino
    -Oh guarda come vuole tentarmi con questo morbido sedere all'aria -continua la voce. Hope sorride nel sonno continuando a dormire anche quando il padrone di quella voce le bacia la schiena, le cicatrici,il neo sul fondoschiena e le lascia un segno su un.gluteo gemendo di.piacere. Lei a questo punto apre gli occhi e se li sfrega sentendo un.paio di mani lungo il suo.corpo e poi la pressione di un petto dietro la sua schiena...e non solo. Si gira piano preoccupata prima di avvertire la bocca di qualcuno sulla sua
    -Sei bellissima anche quando dormi, oh Hope...
    -L...Lance? -sussurra specchiandosi nei suoi occhi
    -Lance il ragazzo più fortunato a questo.mondo in carne ed ossa, bellezza.
    Hope sorride piano rilassandosi e passando una mano tra i suoi capelli
    -Oh ti adoro,guardati...sei così rilassata e felice. Potrei impazzire. Hai i capelli biondi tutti sparsi sul cuscino dannazione e hai un corpo stupendo. Tutto così proporzionato e...da far girare la testa. Ah scommetto che stanno facendo la fila fuori per stare con.te. Ed io sono qui nel letto con te, nudo e tu sei nuda. Cavolo è davvero una cosa strepitosa, strepitosissima. Devo fare una statua ad Isa sul...
    -Lance -Hope gli sfiora con un gesto sensuale la gamba poi lo guarda negli occhi quando posa le mani prima lungo il suo.petto e poi sulle sue spalle,accompagnando il tutto da dei baci sulle labbra.
    -Lance...-ripete il suo.nome anche quando lei circonda il suo bacino con le gambe, sistemandosi.
    -Hope... -Ora il ragazzo sta sudando e geme e chiude gli occhi beandosi del suo calore -Cosa...cosa c'è, amore mio bello?
    -Sei stanco?
    Il ragazzo apre gli occhi guardandola a lungo.
    Col cavolo che era stanco!
    Le carezza le gambe posando le mani sui suoi fianchi,lentamente ma tenendoli forte . Hope si morde un labbro mentre lui si muove piano e lei accontenta con un sorriso la loro danza.
    -Non essere stupida -dice gemendo con lei -Non sarò mai stanco di stare con te.


    per sempre mio.



    Fuoco puro,ecco come sono le sue labbra e la sua lingua sul tuo corpo, tutto il tuo corpo. Esplorano ogni centimetro della tua pelle infiammandola senza troppa fatica. Ti mordi le labbra per non urlare, per non ripetere il suo.nome troppo sexy e perdere quel poco di lucidità che ti è rimasta. Gli passi le mani tra i capelli portando la sua testa all'altezza del tuo petto e lo guidi leggermente in cosa deve fare. Poi gemiti,forti, accompagnano i segni che ti lascia sul corpo. Non è mai stato un uomo dolce, un po' rude,freddo nella vita di tutti i giorni. Già, ma non a letto. Lì era un dio. Sapeva dove toccare,cosa fare, dove farti urlare.
    -Dannazione... -Mormori sfinita
    -Già stanca? -Ti prende in giro ansimando su di te. Per tutta risposta tu inverti i ruoli portandoti su di lui. Lo senti fremere di piacere quando lo liberi dai pantaloni e dal resto è ti concedi qualche istante prima di dargli un bacio profondo sul petto. Poi lasci scorrere le labbra fin giù senza che lui ti fermi. Gli piace, lo senti dalla mano tra i tuoi capelli e dal suo corpo scosso lievemente. Sussurra il tuo.nome più e più volte con voce roca e colma di desiderio. Se fosse stato lui a comandare sarebbe già sttato e soddisfatto ma tu hai.aspettato secoli per potertelo godere e ora,non hai intenzione di velocizzare il tutto. Ti sposti vicino al suo.bacino prendendogli le mani e posandole sui tuoi fianchi, poi con uno scatto inaspettato ti stringi a lui muovendoti. Dalla sua bocca esce un gemito, seguito da molti altri che si.uniscono ai tuoi. É una magnifica sinfonia ti ritrovi a pensare mentrr,lentamente, tu lo fai tuo e lui ti fa sua,per sempre.
    è concepita come.una.jamimì
    ..ma.volendo si può mettere qualsiasi.coppia.XD


    Gelosia


    La festa al paradiso era qualcosa di molto usuale, soprattutto quando L'esercito riportava grandi vittorie, di qualcun genere. Il loro capo l'arcangelo con la spada infuocata e i lunghi capelli si divertiva a guardare i soldati felici e spensierati che ridevano,bevevano e ballavano intonando canti di vittoria.
    -Generale -uno degli angeli la chiama. Lei ride ed è senza armatura,indossa solo un lungo vestito color dell'oro ma,quando sente la voce chiamarla inspiegabilmente il suo sorriso si allarga e si gira verso la voce
    -Joel, caro.-dice alzandosi -bevi qualcosa con.noi?
    Lui scuote la testa un po' nervoso, tra le mani ha ancora la sua balestra. Il generale si avvicina, nessuno ci fa molto caso. Si guardano profondamente e poi scompaiono verso gli alloggi dell'arcangelo.
    -Cosa ti turba?-chiede chiudendo la porta dietro di sé. L'angelo posa la balestra su un.mobile e le si avvicina sfiorandole una guancia
    -Joel...a me puoi dire tutto.
    -Ho visto quel tipo che ti toccava -disse -Non mi piace,non deve farlo.
    Lei incrocia le braccia sotto al petto, dove si intravede la biancheria intima color panna e mormora qualcosa circa il fatto che "non era nulla di particolare ".
    -Non mi.interessa, non hai idea di quello che dice su di te
    Lei è curiosa e si siede sul grande letto muovendo le ali.
    -Dice che ti ha preso più volte e che lo cerchi molto spesso.
    -Ricordami come si chiama...
    -Daniel, si chiama così
    -Bene, può anche dirsi fuori dal mio esercito. -Butta i capelli dietro scoprendo il collo. L'angelo la guarda silenzioso prima di.sedersi ai piedi del letto. Si scrutano per qualche istante prima di incontrarsi al centro del materasso :lei ha la mano tra i suoi capelli rossi e lui la tiene contro di sé per il sedere
    -Sono geloso -ammette in un sussurro salendo sulla sua gamba e tirandola su di sé. Lei geme premendo il seno contro il suo torace nudo
    -Geloso...nessuno ha tutte queste libertà, Joel -dice catturando le sue labbra.

    Sarai mia.


    Keath sedeva con una gamba penzolante su una poltrona nel suo studio mentre tra le labbra reggeva una sigaretta accesa e nella mano un pennello sporco di pittura. Stava disegnando un viso, magro e contornato da lunghi capelli azzurri e occhi del medesimi colore o forse più tendenti al color ghiaccio. La sua musa aveva le labbra rosee e piene, le guance rosse e il genere di.scintilla nello sguardo che affascinava ed eccitava il cacciatore di taglie. L'aveva intravista una sola volta, ma bastava a ricordarne ogni lineamento e ogni piccola particolarità di quel viso perfetto. Quell'unica volta l'aveva vista combattere al fianco della sua preda, la figlia di Jaime e Michela e,nonostante la rossa fosse veloce e letale, oltre che bella,la ragazza al suo fianco non aveva nulla da invidiarle. Infondo il sangue era quello.
    Keath si alzò soddisfatti del suo disegno e lo appese sulla parete della camera restando a contemplarlo per qualche istante prima di aspirare dalla sigaretta e gettarla per terra spegnendola.
    -Sarai mia,piccola cacciatrice. Quelle rare come te non le lascio scappare, ricordalo bene, Lyra

    Never give up


    L'eco di una voce nei sotterranei si mischia alle urla strazianti degli altri prigionieri. Loro implorano, piangono e si dimenano ferendo ancora di più il corpo martoriato. Quella voce beffarda che resiste alle torture, ferma sulla decisione di non concedere le proprie ali ai carcerieri, che potrebbero strapparle o fargli desiderare di farlo per placare il dolore. Il guerriero che resiste alle frustate, ai ganci con cui è stato appeso il suo corpo, agli animali che banchettano con la sua carne e alla sua intimità ormai violata per puro piacere. Resiste un mese,un anno, un secolo...chiuso in una gabbia senza poter vedere il cielo. Sopra se la ridono,scommettono su quanto resisterà, fantasticano sulle sue implorazioni e c'è chi si fa avanti per violare ancora il suo corpo. Arthas resiste,non diventa pazzo, crede in sé stesso nonostante tutto. Hanno avuto tutto di lui, pensa alzando gli occhi sul soffitto.
    -Non le mie ali -ricorda in uno sprazzo di lucidità. Non cederà accontentando i loro desideri malsani di provarlo della libertà in eterno. Per il demone le ali sono l'ultima speranza, con quelle può volare e andare via. Librarsi in aria come un uccello e raggiungere il sole. Pensa ai suoi compagni, a suo fratello Raivo, gli mancano. Ma deve resistere. Così passano altri anni, altri secoli e Arthas non riconosce più se stesso. Ora ha paura, piange quando è solo. Rivuole la sua libertà ma il costo è troppo alto. Desidera poter passare la mano tra i fiori e tra i capelli di una donna, sentire la morbidezza di un letto sotto la schiena e non di una parete dura e fredda. Vuole essere abbracciato e riscaldato dall'affetto di qualcuno. Forse sta impazzendo...vede delle figure nella cella, gli parlano, lo toccano...ma non sono calde e viventi.
    -Fantasmi -dice, o forse lo ha pensato. Non riesce ad aprire bocca, forse gli è stata cucita.
    Ora ha freddo, vuole una casa e ascoltare il profumo di una crostata o dei biscotti. Sentire i canti dei bambini o farsi intrecciare i lunghi capelli con dei fiori. È diventato debole,malato e fuori di testa. Quanto tempo passerà prima che si decidano ad ammazzarlo?
    -Fatelo ora, vi prego. Uccidetemi ora. -Ma è solo,e nessuno acconsente alla sua richiesta. Così torna nel suo angolino e sfiora il fiore che è nato e di cui lui si è preso cura. Lui è come quel fiore...continuerà a vivere anche se gli altri lo calpestreranno. Non si arrenderà, mai.

    Solo un numero...
    Il demone è svenuto ma,nella sua incoscienza sente la carne che si apre e il metallo che si insinua sotto i suoi muscoli. È da tutte le parti :sotto le braccia,dietro la schiena, nel collo, tira e rompe la carne e poi si ferma sotto le ossa spezzandole. Arthas urla aprendo gli occhi :è appeso alla parete, tutto attorno corpi martoriati, aperti in due, senza arti. È un incubo,la sua vita si è trasformata in un film dell'orrore e lui ne è il protagonista. Stringe i denti prima di urlare ancora: delle catene lo tirano spezzando i tendini e i muscoli.
    -Basta...basta! -gli si spezza la voce e geme cercando di liberarsi. Ma più si muove e più Fa male. Arthas sente delle risate mentrr sviene ancora: va avanti così per dei mesi. Poi viene gettato in una cella senza che gli vengano tolti i ganci.
    -Questa è la tua nuova casa,bastardo. Benvenuto -dice una voce che lo fa cadere in ginocchio e lo frusta :Arthas ne conta cento prima di perdere i sensi. Il mese dopo si ritrova su un tavolo con la schiena aperta: provano a togliergli le ali da dentro ma non ci riescono. Arthas stringe i denti e non.ha la voce neanche per urlare. Dopo un anno iniziano a toglierli anche la dignità :a turno viene usato come oggetto di piacere, legato ad una trave di legno o direttamente sul pavimento freddo. Arthas tiene gli occhi aperti memorizzando i visi di chi ha violato il suo corpo, dei maschi e delle femmine che gli hanno fatto del male. Non è più Arthas, è un numero, un oggetto dei divertimenti. Un piccolo parco giochi personale, un macabro divertimento. Fanno quello che vogliono con io suo corpo,è un fantoccio sbattuto da ogni parte. Gli tolgono la vista per qualche anno,poi guarisce. Gli staccano la lingua e le braccia, ma ricrescono. Firmano il suo corpo con il fuoco,lo fanno ammalare, lo immergono nel sangue d'angelo. Arthas piange quando è solo,invoca la sua famiglia, stringe la stoffa scucita tra le mani e si strappa i capelli. Ha paura...dell'eternità

    Like you...



    -Nonnina -mormora una voce assonnata vicino alla porta :una bambina dai lunghi capelli rossi si sfrega gli occhi e sbadiglia. Athena ha solo cinque anni, lentiggini sul viso e fisico mingherlino. Gli altri bambini la prendono in giro, qualche volta le tirano le lunghe trecce rossiccie e le fanno i dispetti. Ora è coperta di vernice tra i capelli, vernice nera che le sporca anche il vestitino giallo.
    -Tesoro,ancora con i dispetti?
    Athena annuisce ma non sembra interessarle molto ;sta guardando un disegno tra le mani di Thena.
    -Chi è, Nonnina?
    -Lui è il mio papà, arthas.
    -E dov'è ora? In cielo come il mio canarino?
    -No tesoro,lui è vivo. Da qualche parte...ma è vivo.-dice lei,e le brillano gli occhi. Athena la guarda senza capire :si sta chiedendo dov'è questo papà della sua nonnina, perché non è lì con lei.
    -Ti ha abbandonato? -Chiede lei, che ha letto una storia di un brutto anatroccolo cresciuto lontano dalla sua famiglia. Thena scuote la testa sorridendo
    -No tesoro mio, non lo avrebbe mai fatto spontaneamente.
    Athena la guarda senza capire,ma non chiede altro. Per il momento lascia stare le domande e abbraccia stretta la sua Nonnina adorata. In futuro le avrebbe chiesto altro di questo bisnonno, e,conoscendolo dalle storie della sua nonna,avrebbe desiderato essere forte proprio come lui,Combattere i cattivi e salvare le brave persone.
    -Arthas...nonnino, da grande voglio essere come te.

    UNTIL THE END.

    -La pecorella smarrita è tornata! -Disse una voce seguita da una risata- Hai goduto della libertà per un po' di tempo? Bene,aggrappati a quel ricordo, perché ho voglia di divertirmi con te per tutto il resto della tua insulsa vita! -La frusta schioccò dietro la schiena del demone aprendogliela in due :il suo carnefice batteva insistente sulla sua pelle, sfogando la sua rabbia e la frustrazione di aver perso per del tempo la sua cavia preferita. Arthas tremava ad ogni colpo, ma non per il dolore che gli provocava la frusta :quando i demoni l'avevano trovato...daphne...non poteva credere di averla persa così...senza neanche aver avuto la possibilità di proteggerla.
    -Sei un fallito,Arthas -gli disse il demone tirandogli la testa all'indietro -e sei solo...visto che abbiamo ucciso la tua compagna e quell'abominio che portava in grembo -gli sussurrò all'orecchio prima di colpirlo ancora. Arthas cadde in ginocchio piangendo :aveva perso la sua vita...la sua daphne...non aveva nessun motivo di restare vivo.
    Le torture andarono avanti per giorni, settimane, mesi...
    -Capo -un demone chiamò ilsuo padrone che era intento a limare un coltello -C'è una cosa importante sul prigioniero...
    -Cosa? -Disse lui -Sta implorando pietà?
    -No...-il demone si agitò -Si è...lasciato morire...
    Il demone strinse tra le mani il coltello prima di colpire l'altro tra gli occhi, poi cacciò un urlo disumano:si era ucciso senza il suo permesso...si sarebbe divertito con il suo corpo morto finché non fosse diventato polvere.

    Edited by script‚ - 22/8/2016, 14:14
     
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    Bellissime tutte e tre ^^
    Sì, penso ti sia venuta una strana malattia su Jaime e Mimì XD
     
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    inserita una FlashFic con protagonisti Hope e jaime
     
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    FlashFIc con Hope,Jaime e Mimì
     
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    Che dolci ç__ç
     
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    Adoro tantissimo Hope *_*
     
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    Tu adori tutti XD
     
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    Ma no xD io adoro Jaime, Mimì ed Hope assieme. Non so...sono dolcissimi *_*
     
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    è vero ^^
     
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    li adoro ^^
     
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    Mi è uscita una cosa macabra, solo per questo non te la dedico XD
     
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    Ma è bellissima...
     
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