Mine

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Posted on 12/1/2017, 21:30

Millennium Member

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Status: Anonymous

MINE

Fandom: Gdr/mitologico
Raiting:Giallo
Genere: romantico, introspettivo.
Personaggi: Ares,Eris.

L'immagine è di Fedini, a mio parere uno dei disegnatori emergenti del nosto periodo. :*lovva*:

-Ares...dai alzati-
-Ares...voglio fare la guerra-
-Voglio fare la guerra-
-Voglio la guerra e te-

-Eris...-un sussurro,impercettibile,e il braccio muscoloso che si muove alla ricerca del corpo caldo alla sua sinistra,quelle curve morbide,quelle ali stropicciate e sempre arruffate. Incontra il materasso, duro e freddo,non il morbido corpo caldo che desiderava al suo fianco.
Ares apre gli occhi, color del fuoco, i capelli arruffati sul cuscino. Seguono dei sospiri, piccoli desideri inespressi che lascia uscire dalla bocca.
-Eris-ripete svegliandosi del tutto-dove cazzo sei?!-ringhia dando un pugno al muro. L'aveva cercata, in ogni posto della terra, bramata sui campi di battaglia,dove lei era solita danzare a piedi nudi tra i corpi sporcando i suoi lineamenti con il sangue. Ardeva di desiderio, voleva quell'appagamento che solo lei sapeva dargli,nel campo di battaglia,che per loro era guerra sia fuori che dentro il letto. La sua Eris, la discordia che portava pace nel suo cuore tormentato, che gli annebbiava i sensi, che gli faceva godere ogni istante delle cruente battaglie a cui partecipavano. Con lei era tutto amplificato, con lei si concedeva di essere Ares,non lo spietato Dio della guerra e della vendetta. Con lei sapeva scherzare, sapeva parlare e vivere,anche oltre la guerra e il letto. Lui ed Eris, due facce della stessa medaglia, due pezzi di puzzle che si incastravano tra di loro, come si incastravano i loro corpi in un semplice abbraccio, tra la polvere e l'odore di sangue o il dolce profumo del vino e l'ambrosia. Una volta, ricordava lui, usciti vittoriosi da una battaglia, mentre Eris gli ripuliva le armi, che lasciava toccare solo a lei, Ares la prese per i fianchi e cominciò a baciarle il collo. Finirono contro il freddo marmo, avvinghiati l'uno a l'altra, davanti ai servitori che sgomenti, vedevano consumare il loro rapporto che di incestuoso aveva ben poco. Perché anche se Zeus li aveva fatti nascere da una stessa madre, aveva dato loro il privilegio di essere anime gemelle. Ed Ares lo sapeva, lo sentiva. Con Eris lui bruciava, si consumava, e ne bramava sempre di più sino a scomparire ed essere uno,con lei. E la sua Eris non lo aveva mai lasciato, provocandolo, desiderandolo dopo ogni battaglia, accontentando quella foga che era prima sua, e poi del fratello. Ed ora, nel letto, in un mondo in cui le guerre erano fatte di fucili, di mitra e carri armati, di bombe atomiche e ad idrogeno, quel mondo così diverso da come lo aveva lasciato, aveva paura. Paura di restare solo, paura di non ritrovarla. Perché il mondo era cambiato, ma quello che provava per Eris, quello sarebbe stato eterno. E neanche i soffici seni di Afrodite gli avrebbero fatto cambiare idea, su chi voleva al suo fianco, ora e per sempre.

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