Desiderio

GdR

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    Fandom: GdR
    Raiting: Arancione
    Genere: Generale, Erotico
    Personaggi: Clara. Ares

    Desiderio




    L'aveva vista solo per poco quella mattina, eppure il suo volto gli tornava sempre più spesso, e non solo quello. Era passato da Plutone per scambiare qualche parola, delle sue osservazioni su Giove, e l'aveva vista entrare nella stanza, i capelli legati in testa, la divisa che le fasciava il corpo ed il sudore che le imperlava ancora la fronte.
    Ed aveva desiderato passare la lingua tra quei seni prosperosi, la bocca tra le sue gambe.
    Proprio lì, nello studio di suo marito.
    Un desiderio pericoloso, peccaminoso, un desiderio che sapeva di tradimento verso la sua compagna.
    Ares aveva gli occhi per guardare, per soffermarsi a volte sulle donne che gli si avvicinavano. Nella sua testa potevano formarsi pensieri su quanto fossero belle, o se erano state sue amanti, sul passato che avevano avuto insieme. Ma mai aveva desiderato ardentemente essere spinto contro il pavimento, farsi cavalcare con furia, sentire la voce di un'altra donna ansimare il suo nome. Non da quando c'era Natalia nella sua vita.
    Eppure vedendo Clara in quell'istante, con quella divisa che non lasciava spazio a nessun 'immaginazione, che le si attaccava addosso come una seconda pelle…
    Si schiarì la voce e posò una gamba sull'altra per nascondere l'erezione.
    -Ares, che piacere vederti qui, come stai?- chiese lei avvicinandosi al marito per chinarsi e dargli un bacio sulla bocca. Il Dio della guerra seguì il movimento e si morse istintivamente l'interno guancia.
    -Sto bene Clara, tornata da qualche missione?-
    -Sì, non che sia stata particolarmente difficile- disse con un sorriso appoggiandosi alla scrivania.
    -Non sei ferita, vero?- Plutone la guardò spostando lo sguardo sul suo corpo.
    Lui non poteva sentire le ferite di guerra, Ares sì. Ed anche se all'apparenza la donna non sembrava essersi ferita…
    -Certo che sì, sono stata attenta.- fu la risposta di Clara, seguita poi da un sorriso lieve -vi lascio ai vostri affari mentre vado a cambiarmi.
    -Tolgo anche io il disturbo.- disse subito dopo Ares alzandosi dal divano su cui era seduto -Mi aspettano a casa-
    Plutone annuì seguendo il movimento del Dio della guerra: aveva una sensazione strana, ma scrollò le spalle senza farci caso. Salutò l'amico e tornò alle sue carte.

    ***

    Clara strinse i denti mentre si sfilava la divisa e passava una mano sotto il seno destro e poi sulla coscia sinistra: era stata una sconsiderata, altro che attenta, si era fatta ferire come una ragazzina alle prime armi. Un agguato che era finito male per loro, ma che le aveva comunque provocato dei tagli fastidiosi e che le bruciavano sulla pelle. Gettò la divisa per terra ed aprì la porta del bagno per trovarci niente di meno che Ares, che stava uscendo e che aveva la mano a metà per aprire la serratura.
    -Ares cosa…- le venne da arrossire istintivamente davanti al suo amico, al Dio della guerra perché era nuda . Si coprì subito con una salvietta allontanandosi di qualche passo -cosa ci fai qui? Se ti vedesse Plutone...Dio solo sa cosa inizierebbe a pensare.-
    -Si fida così poco di te?- fu quello che lui le chiese e le si avvicinò passando lo sguardo su quella salvietta che non riusciva a coprirla tutta: ne vedeva le cosce, i fianchi ampi e una parte dei seni. Una salvietta davvero piccola per coprire quel corpo meraviglioso.
    Non sapeva perché fosse lì, forse per i tagli che aveva sentito sul corpo di Clara, o per l'eccitazione che aveva provato a vederla.
    Per l'erezione che aveva avuto e che non riusciva a togliere.
    Forse doveva solo andarsene a casa e darsi piacere pensando a lei. Doveva voltarsi ed andarsene eppure...
    -Sei ferita- disse, la voce un po' più bassa e roca. Clara toccò con le gambe il letto della sua stanza, della stanza che divideva con Plutone e schiuse le labbra per dirgli che non era vero, che doveva andarsene.
    Anche lei però si sentiva strana. vedere Ares lì, con la sua divisa da cacciatore, con quella montagna di muscoli che guizzavano da ogni parte e quell'erezione...perché era eccitato? Era per la furia della battaglia o per altro?
    Era eccitato per lei?
    Si morse un labbro: quel maschio così virile, potente, capace di distruggerla con le sue mani nude. Lo voleva, lo desiderava. Era un pensiero così peccaminoso, avrebbe tradito Plutone così facilmente con Ares? Si sarebbe...aperta a lui, gli avrebbe fatto fare ogni cosa con il suo corpo.
    Dominare da quel Dio della guerra, farsi spingere contro il muro, contro il mobile pur di sentire la sua voce rotta dal piacere, quel maschio gemere il suo nome.
    "Merda, deve andarsene immediatamente" pensò lei, poi fece un verso sorpreso quando lui le prese la gamba sinistra e lei dovette sedersi sul letto. Il contatto con la mano di Ares le diede un brivido di piacere: aveva il palmo ruvido, i calli sulle dita, voleva quelle dita dentro di sé.
    -Ares, sì sono ferita- disse lei liberando la gamba ed allontanandosi un po' sul letto -ma so badare a me stessa, grazie per esserti preoccupato per me- aggiunse mordendosi un labbro quando incrociò lo sguardo del Dio.
    Perché la fissava in quel modo? Perché nel suo sguardo c'era quella furia, quel desiderio?
    -Non essere sconsiderata.- posò un ginocchio sul materasso che si piegò sotto il suo peso, sotto i suoi muscoli. Muscoli che avrebbero fatto lo stesso a lei, che l'avrebbero piegata.
    Si diede uno scossone mentale e distolse lo sguardo.
    -Se entra Plutone sono guai…-
    -E' fuori, via per lavoro- disse Ares riprendendole la gamba e questa volta facendo scivolare il palmo in sù fino alla sua coscia. Clara aveva ancora quella salvietta che le copriva le zone intime e la strinse forte per paura che potesse lasciarla andare, che mostrasse tutto di sé ad Ares. Negli occhi del Dio c'era desiderio, ed ora che era inginocchiato sul letto e che passava il dito sulla sua ferita, Clara riusciva a vedere la sua eccitazione premere contro i pantaloni.
    Era grosso, duro e lo voleva. Lo voleva così tanto che le faceva male tutto.
    -Così incosciente.- mormorò Ares passando il dito sulla sua coscia, lungo la ferita per guarirla. Il suo odore gli stava dando alla testa, era sicuro che a breve gli si fossero rotti i pantaloni dall'eccitazione, che si sarebbe strappato il cuoio e che lei avrebbe visto quando lui la desiderasse.
    -Ares...so badare a me stessa…- Clara mormorò una protesta nel sentire le dita del Dio che sfregavano sulla coscia, così pericolosamente vicine al centro del suo piacere. Si morse un labbro con il volto in fiamme, poi spalancò gli occhi quando quelle dita la toccarono tra le gambe.
    Gemette profondamente e fece scivolare via la salvietta.
    Cosa stava facendo? Ares, il suo cacciatore, la stava toccando, stava infilando le dita dentro di lei, la stava facendo godere. Si allungò sul letto ed aprì le cosce per lui, si inarcò nel sentire il suo ringhio soddisfatto, e poi la sua lingua abile e ruvida iniziò a lavorare, a muoversi per darle piacere.
    E lei si contorceva sul letto ansimando, cercando di tenere la voce bassa mentre lui succhiava la sua pelle, usava le dita, mordeva la sua carne.
    Era così spietato, così esperto che si perse, che gli lasciò fare quello che desiderava con il suo corpo. Che si sarebbe anche fatta divorare da lui per sempre…
    -Clara- Plutone posò una mano sulla sua fronte e lei aprì istintivamente gli occhi specchiandosi in quelli di suo marito. Ansimava leggermente ed aveva il volto in fiamme ma...era nel suo letto, era notte, era con suo marito e quello che aveva appena fatto era un sogno.
    Solo un sogno erotico di lei e di Ares. Un sogno che l'aveva lasciata bagnata, eccitata.
    -Sì? Scusami, ho fatto un incubo.- mormorò lei stringendo il marito: sì, non era un sogno quello, era il peggiore degli incubi che potesse mai fare. Perché ora non riusciva a togliersi dalla testa le dita e la lingua di Ares dentro di lei, quell'eccitazione che premeva contro i suoi pantaloni e lo sguardo del Dio della guerra, soddisfatto e furioso mentre le dava piacere.
    Era dannata, ma all'Inferno con Ares ci sarebbe andata volentieri.
     
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    E chi non ci andrebbe volentieri?
     
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